Cari Colleghi,

nei prossimi giorni, in terza convocazione, saranno eletti i nuovi Organi Collegiali che avranno il compito di condurre il nostro Ordine Provinciale per i prossimi quattro anni.

La legge n. 3 del 11/01/2018 e le successive disposizioni attuative, compreso il regolamento elettorale, hanno modificato profondamente alcune norme e le modalità di svolgimento delle elezioni.

Tra le più significative: la presentazione entro precisi termini delle candidature, la modifica del seggio, la possibilità di una unica convocazione per le tornate elettorali (che diventano tre), la variazione della durata della consigliatura (che passa da tre a quattro anni), la limitazione a due dei mandati, la presidenza del collegio dei revisori dei conti attribuita ad un Revisore esterno.

Oltre a queste modifiche vi è l’invito esplicito a favorire il ricambio generazionale e la rappresentanza di genere cui non per obbligo normativo, ma per intima convinzione ho inteso aderire.

Benché infatti le istruzioni ministeriali specifichino chiaramente che la limitazione dei due mandati entra in vigore da questa legislatura, io che di mandati ne ho fatti ben di più e che già dall’inizio di questo triennio lo avevo preannunciato, ho deciso di non ricandidarmi in alcun ruolo.

Sicuramente è stato più' facile iniziare, tanti anni fa, che smettere ora.

Il distacco è difficile, ma ad un certo punto inevitabile, per tanti motivi, anche personali e familiari.

È stata una attività impegnativa, non facile, spesso faticosa, anche per la distanza dalla sede e la necessità di trovare un equilibrio con l’attività professionale.
Ora da pensionato, oltre l’esperienza passata, sicuramente avrei più tempo, ma proprio il fatto di essere fuori dal mondo del lavoro mi fa ritenere che potrei correre il rischio di non percepire appieno i problemi, le difficoltà e le necessità della categoria.

Concludendo una lunga esperienza ordinistica, come la mia, di solito si fanno bilanci e si magnificano le cose fatte. Non farò nulla di tutto ciò.

Quello che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti mentre quello che non è stato fatto può sicuramente variare in funzione delle attese e delle aspettative di ognuno. Talvolta forse non sarò stato come avreste voluto, ma posso assicurare di averci messo sempre tutto il mio impegno

Ho letto tempo fa in un giornale a proposito di una formazione politica questo commento:

Gli storici e critici del grande teatro elisabettiano ricorrono, per valutare l'eccellenza di attori e attrici, a quel criterio essenziale rappresentato dalla capacità di uscire di scena. In senso proprio: la misura, cioè, con cui raggiungono le quinte, una volta conclusa la propria parte. Eppure, uscire di scena con eleganza e discrezione è un'impresa ardua: difficilissima nello spettacolo e nello sport, rarissima in politica.

Ecco io spero di uscire con eleganza e discrezione e anche con la presunzione di essere riuscito ad attuare quanto richiede l’articolo 54 della nostra Costituzione ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, cioè di averle svolte con disciplina e onore.

Ho molti debiti nei confronti di tanti di Voi per i consigli, l’appoggio, la collaborazione. Non mi azzardo a citare alcun nome per non correre il rischio di dimenticare qualcuno.

Ringrazio pertanto tutti per la stima, l’amicizia, la fiducia che mi avete dimostrato in questi anni, offro il mio aiuto e confermo la mia disponibilità nei confronti di chi avrà l’onere di guidare l’Ordine nel prossimo futuro.